Creo
quiet book ispirandomi al metodo Montessori...
Ma
a cosa servono questi libricini? In cosa consiste questo metodo? Chi
era Maria Montessori? In quale maniera ha influito nell'educazione
scolastica e cosa ha voluto trasmetterci ancor prima di insegnare?
Innanzitutto
facciamo qualche premessa.....
I
quiet book sono dei libri in stoffa (io al momento prediligo
crearli in feltro-lana, pannolenci, panno, feltro) chiamati anche
libri sensoriali, tattili proprio perchè si “leggono”
in maniera diversa: si toccano, si maneggiano, si usano!
Certo
è che una piccola differenza bisogna sottolinearla : quelli tattili
sono
per lo più basati
– come dice la parola stessa - principalmente sul tatto,
quindi solitamente contengono materiali diversi, dai vari tessuti
usati per la creazione stessa (gomma crepla, cotone, feltro, lana,
spugna, ecc), ad altri materiali come bottoni e perline. Invece un
activity
o busy
book
è
predisposto alle attività
da fare, con cui il bimbo si tiene impegnato (busy),
ma anche tranquillamente concentrato (quiet).
Io principalmente preferisco unire, anche se si tratta di quiet
book
per bimbi piccoli, entrambe le scelte perchè il mio motto: impariamo
giocando! è valido per qualsiasi età; i bimbi sono ricettivi già
dentro la pancia della mamma figuriamoci quando sono desti....
Se
devo essere sincera dietro a tutto ciò che questi libricini
“nascondono” non lo sapevo, mi sono innamorata in principio dello
stimolo allegro e positivo che mi dava nel crealo, quando in un
gruppo facebook dove faccio parte, ho visto una mia amica che ne ha
mostrato uno...
Da
lì mi sono catapultata in internet per capirci di più e ho
veramente scoperto un mondo fantastico, un metodo (quello
montessoriano) semplice, facile ma di effetto.
Ed
è nato il mio primo quiet
book
.
Ho
cercato di selezionare alcuni punti fondamentali grazie anche a mia
figlia di 9 anni che oltre a consigliarmi le sue preferenze mi fa
anche da tester. Questi punti sono soprattutto decisi in base all'età
naturalmente: fino ai tre anni impronto il libricino su colori; tatto
(uso materiali vari come feltro, pile, etc per scoprire la ruvidità,
la morbidezza, etc) con forme geometriche; 1-2-3; A-B-C; animaletti
da mettere nelle dita; guanti dove inserire le mani....
Nella
fase invece della scuola dell'infanzia (fino all'età dei medi perchè
già i bimbi grandi potrebbero essere dell'età scolastica – gli
anticipatari - ) inizio ad usare gli abbinamenti: colori/forme;
numeri/colori; animali/forme; lavatrice e stendino; trenino e puzzle
oppure strada/segnali stradali/casette dove aggiungo bottoni, clip,
velcro attacca stacca.
Nei
libretti invece per età prescolastica (grandi della materna) e
primaria aggiungo l'inglese a quasi tutte le attività:colori, giorni
della settimana, animali; mi piace molto creare e stimolare gli
abbinamenti come animali/vocali/colori magari abbinati ad ogni vagone
del treno; oppure colore/numero/oggetti.
Rispondendo
pertanto alla domanda “A cosa servono”? Vi rispondo con il mio
motto: servono ad imparare giocando!
Apprendono
col gioco ciò che a scuola apprenderebbero quasi in modo doveroso...
con questi libri il bambino si approccia al metodo
dell'apprendimento nel grande senso della parola, giocando
divertendosi e senza obblighi e fatiche...
CHI
ERA MARIA MONTESSORI?
(da
Wikipedia)
Maria Tecla Artemisia Montessori (Chiaravalle,31
agosto 1870–Noordwijk,
6
maggio 952)
è stata un'educatrice,
pedagogista,
filosofa,
medico
e
scienziata
italiana,
internazionalmente nota per il metodo
educativo che prende il suo nome,
adottato in migliaia di scuole materne, primarie, secondarie e
superiori in tutto il mondo; fu tra le prime donne a laurearsi
in medicina in Italia.
-
io la conoscevo invece solo come premio nobel (ma non ricordavo per
cosa) delle vecchie mille lire italiane -
(da
wikipedia):
Il
metodo montessoriano parte dallo studio dei bambini e delle bambine
con problemi psichici, espandendosi allo studio dell'educazione per
tutti i bambini. La Montessori stessa sosteneva che il metodo
applicato su persone subnormali aveva
effetti stimolanti anche se applicato all'educazione di bambini
normali. Il
suo
pensiero identifica il "bambino come essere completo, capace di
sviluppare energie creative e possessore di disposizioni morali"
(come l'amore),
che l'adulto ha ormai compresso dentro di sé rendendole inattive. Il
principio fondamentale deve essere la "libertà dell'allievo",
poiché solo la libertà favorisce
la creatività del bambino già presente nella sua natura. Dalla
libertà deve emergere la disciplina.
Per
Maria Montessori la disciplina deriva dal "lavoro libero",
questa nasce solo quando nel bambino emerge l'interesse autentico,
ossia quando egli "sceglie" il lavoro assecondando il
proprio istinto, capace di procurare uno stato di raccoglimento
assoluto. Compito dell'insegnante sarà lavorare al mantenimento di
questo stato tramite l'educazione al movimento. Secondo Maria
Montessori è proprio il movimento a giocare un ruolo centrale,
poiché la personalità si forma con il crescere all'unisono
di facoltà
psichiche e
facoltà motorie. È quando il bambino impara a muoversi seguendo uno
scopo che sia connesso con l'attività psichica che saprà dirigere
la propria volontà;
solo allora sarà disciplinato. Per questo motivo il lavoro nelle
"Case dei Bambini" è basato sul movimento; entrando in un
ambiente costruito a sua misura, con materiali ideati per l'utilizzo
autonomo dalla stessa Montessori, il bambino può scegliere la
propria attività, seguendo l'istinto, svegliando l'interesse e la
concentrazione. Un bambino concentrato non è ancora un bambino
disciplinato perché un bambino disciplinato è capace di orientare
la propria volontà al raggiungimento di un fine. La volontà si
rinforza e si sviluppa con esercizi metodici. L'insegnante aiuterà
il bambino in questo processo con attività previste dal metodo
chiamate "lezioni di silenzio" nelle quali egli
sperimenterà l'immobilità perfetta, l'attenzione nel percepire il
suono del proprio nome pronunciato da lontano, movimenti leggeri
coordinati allo scopo di non urtare oggetti. Solamente quando il
bambino sarà in grado di orientare la propria volontà ad un fine,
saprà obbedire ed essere quindi disciplinato. L'adulto, dice la
Montessori, quando richiede la disciplina e l'obbedienza al bambino
trascura quasi sempre la volontà di questo, gli propone un modello
da imitare: «fai come faccio io!»; oppure un comando diretto: «stai
fermo!», «stai zitto!». Bisogna domandarsi: «come può il bambino
scegliere di obbedire se ancora non ha sviluppato la volontà?». La
risposta è contenuta in questo nodo teorico districato dalla
Montessori: dalla libertà alla disciplina.
Un
individuo disciplinato è capace di regolarsi da solo quando sarà
necessario seguire delle regole di vita. Il periodo
infantile è
un periodo di enorme creatività,
è una fase della vita in cui la mente del bambino assorbe le
caratteristiche dell'ambiente circostante facendole proprie,
crescendo per mezzo di esse, in modo naturale e spontaneo, senza
dover compiere alcuno sforzo cognitivo.
Con la Montessori molte regole dell'educazione consolidate nei primi
anni del secolo cambiarono. I bambini "subnormali" venivano
trattati con rispetto, venivano organizzate per loro delle attività
didattiche.
I bambini dovevano imparare a prendersi cura di sé stessi e venivano
incoraggiati a prendere decisioni autonome.
La
Montessori sviluppò tutto il suo pensiero pedagogico partendo da una
costruttiva critica della psicologia
scientifica,
corrente di pensiero affermatasi nei primi anni del secolo.
L'equivoco di base della psicologia scientifica era da ricercare
nella sua illusione di fondo, secondo la quale erano sufficienti
una'"osservazione pura e semplice" e una "misurazione
scientifica" per creare una scuola nuova, rinnovata ed
efficiente. Il pensiero pedagogico montessoriano riparte dalla
"pedagogia scientifica".
Infatti l'introduzione della scienza nel campo dell'educazione è
il primo passo fondamentale per poter costruire un'osservazione
obiettiva dell'oggetto. L'oggetto dell'osservazione non è il bambino
in sé, ma la scoperta del bambino nella sua spontaneità ed
autenticità. Infine, della scuola tradizionale infantile Maria
Montessori critica il fatto che, in essa, tutto l'ambiente sia
pensato a misura di adulto. In un ambiente così concepito, il
bambino non si trova a suo agio e quindi nelle condizioni per poter
agire spontaneamente.
Maria
Montessori definisce il bambino come un "embrione spirituale"
nel quale lo sviluppo
delle funzioni mentali superiori si
associa allo sviluppo
biologico,
per sottolineare che, alla nascita, niente è già preformato in lui,
ma sono presenti delle "nebule" (oggi diremmo potenzialità
che esprimono bisogni specie-specifici antropoevolutivi del bambino,
che l’ambiente deve soddisfare), le quali hanno il potere di
svilupparsi spontaneamente, ma solo a spese dell’ambiente, solo
assimilando dall'ambiente esterno gli elementi necessari per la
costruzione delle funzioni mentali superiori. Nello sviluppo
dell'attività nervosa superiore sono presenti dei periodi sensitivi,
definiti nebule,
cioè periodi specifici in cui si sviluppano particolari
capacità.Maria Montessori definisce “mente assorbente” questa
tendenza del bambino nei primi anni di vita all'assorbimento
inconsapevole dei dati del suo ambiente, sottolineando la specificità
dei processi mentali infantili rispetto a quelli dell’adulto.Ecco
perché l’embrione umano deve nascere prima
di completarsi e si può sviluppare solo dopo la nascita, perché le
sue potenzialità devono essere stimolate dall’ambiente.
Queste
"nebule", alla luce della neuropedagogia antropoevolutiva
, sono definibili come potenzialità e mappe bio-neurali o, più in
generale, come "potenzialità plastiche del cervello" ed
esprimono dei bisogni specie-specifici da soddisfare. Per un esito
maggiormente efficace, ciò deve avvenire nei periodi che la
Montessori definisce "sensitivi", ad esempio quello per lo
sviluppo della motricità fine, che dai 3 ai 4 anni consente già di
impugnare correttamente lo strumento della scrittura, grazie
all'affinamento dell’opposizione indice-pollice, e anche di
raccogliere briciole di pane.
-
d'accordo o meno sulla sua teoria, io penso che la cosa più
importante sia l'approccio che il bambino ha verso i vari metodi di
apprendimento, più in sintonia con la sa età, il gioco, più il
bambino ha il desiderio di sapere di più, lo stimolo di conoscere
sempre di più ciò che è novità... l'imposizione non fa bene a
nessuno, grandi o piccini che siano.. -
Per
addolcire questo articolo lungo lungo vi rimando ai miei quiet book.
Io e mia figlia ci siamo divertite un mondo in tutte le sue fasi,
dalla progettazione alla fase del realizzo, al momento di testarlo e
di giocare insieme....
Lo
consiglio a tutti, ai piccoli per imparare con metodo alternativo, ai
grandi per tornare piccoli e tutti... ripeto tutti... penseranno:
peccato che quand'ero piccolo queste cose non esistevano...
-
correggo: esistevano ma le scuole montessoriane e i relativi metodi
di apprendimento sono a tutt'oggi ancora pochi in Italia (all'estero
molto di più....)
questi
ultimi due sono gli ultimi fatti personalizzando le richieste della
mamma
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