venerdì 13 maggio 2016

MONTESSORI .... METODO ....QUIET BOOK.... le mie creazioni



Creo quiet book ispirandomi al metodo Montessori...
Ma a cosa servono questi libricini? In cosa consiste questo metodo? Chi era Maria Montessori? In quale maniera ha influito nell'educazione scolastica e cosa ha voluto trasmetterci ancor prima di insegnare?

Innanzitutto facciamo qualche premessa.....
I quiet book sono dei libri in stoffa (io al momento prediligo crearli in feltro-lana, pannolenci, panno, feltro) chiamati anche libri sensoriali, tattili proprio perchè si “leggono” in maniera diversa: si toccano, si maneggiano, si usano!


Certo è che una piccola differenza bisogna sottolinearla : quelli tattili sono per lo più basati – come dice la parola stessa - principalmente sul tatto, quindi solitamente contengono materiali diversi, dai vari tessuti usati per la creazione stessa (gomma crepla, cotone, feltro, lana, spugna, ecc), ad altri materiali come bottoni e perline. Invece un activity o busy book è predisposto alle attività da fare, con cui il bimbo si tiene impegnato (busy), ma anche tranquillamente concentrato (quiet). Io principalmente preferisco unire, anche se si tratta di quiet book per bimbi piccoli, entrambe le scelte perchè il mio motto: impariamo giocando! è valido per qualsiasi età; i bimbi sono ricettivi già dentro la pancia della mamma figuriamoci quando sono desti....
Se devo essere sincera dietro a tutto ciò che questi libricini “nascondono” non lo sapevo, mi sono innamorata in principio dello stimolo allegro e positivo che mi dava nel crealo, quando in un gruppo facebook dove faccio parte, ho visto una mia amica che ne ha mostrato uno...
Da lì mi sono catapultata in internet per capirci di più e ho veramente scoperto un mondo fantastico, un metodo (quello montessoriano) semplice, facile ma di effetto.
Ed è nato il mio primo quiet book .


Ho cercato di selezionare alcuni punti fondamentali grazie anche a mia figlia di 9 anni che oltre a consigliarmi le sue preferenze mi fa anche da tester. Questi punti sono soprattutto decisi in base all'età naturalmente: fino ai tre anni impronto il libricino su colori; tatto (uso materiali vari come feltro, pile, etc per scoprire la ruvidità, la morbidezza, etc) con forme geometriche; 1-2-3; A-B-C; animaletti da mettere nelle dita; guanti dove inserire le mani....
Nella fase invece della scuola dell'infanzia (fino all'età dei medi perchè già i bimbi grandi potrebbero essere dell'età scolastica – gli anticipatari - ) inizio ad usare gli abbinamenti: colori/forme; numeri/colori; animali/forme; lavatrice e stendino; trenino e puzzle oppure strada/segnali stradali/casette dove aggiungo bottoni, clip, velcro attacca stacca.


Nei libretti invece per età prescolastica (grandi della materna) e primaria aggiungo l'inglese a quasi tutte le attività:colori, giorni della settimana, animali; mi piace molto creare e stimolare gli abbinamenti come animali/vocali/colori magari abbinati ad ogni vagone del treno; oppure colore/numero/oggetti.




Rispondendo pertanto alla domanda “A cosa servono”? Vi rispondo con il mio motto: servono ad imparare giocando!
Apprendono col gioco ciò che a scuola apprenderebbero quasi in modo doveroso... con questi libri il bambino si approccia al metodo dell'apprendimento nel grande senso della parola, giocando divertendosi e senza obblighi e fatiche...

CHI ERA MARIA MONTESSORI?



(da Wikipedia) Maria Tecla Artemisia Montessori (Chiaravalle,31 agosto 1870Noordwijk, 6 maggio 952) è stata un'educatrice, pedagogista, filosofa, medico e scienziata italiana, internazionalmente nota per il metodo educativo che prende il suo nome, adottato in migliaia di scuole materne, primarie, secondarie e superiori in tutto il mondo; fu tra le prime donne a laurearsi in medicina in Italia.
- io la conoscevo invece solo come premio nobel (ma non ricordavo per cosa) delle vecchie mille lire italiane -

(da wikipedia): Il metodo montessoriano parte dallo studio dei bambini e delle bambine con problemi psichici, espandendosi allo studio dell'educazione per tutti i bambini. La Montessori stessa sosteneva che il metodo applicato su persone subnormali aveva effetti stimolanti anche se applicato all'educazione di bambini normali. Il
suo pensiero identifica il "bambino come essere completo, capace di sviluppare energie creative e possessore di disposizioni morali" (come l'amore), che l'adulto ha ormai compresso dentro di sé rendendole inattive. Il principio fondamentale deve essere la "libertà dell'allievo", poiché solo la libertà favorisce la creatività del bambino già presente nella sua natura. Dalla libertà deve emergere la disciplina.
Per Maria Montessori la disciplina deriva dal "lavoro libero", questa nasce solo quando nel bambino emerge l'interesse autentico, ossia quando egli "sceglie" il lavoro assecondando il proprio istinto, capace di procurare uno stato di raccoglimento assoluto. Compito dell'insegnante sarà lavorare al mantenimento di questo stato tramite l'educazione al movimento. Secondo Maria Montessori è proprio il movimento a giocare un ruolo centrale, poiché la personalità si forma con il crescere all'unisono di facoltà psichiche e facoltà motorie. È quando il bambino impara a muoversi seguendo uno scopo che sia connesso con l'attività psichica che saprà dirigere la propria volontà; solo allora sarà disciplinato. Per questo motivo il lavoro nelle "Case dei Bambini" è basato sul movimento; entrando in un ambiente costruito a sua misura, con materiali ideati per l'utilizzo autonomo dalla stessa Montessori, il bambino può scegliere la propria attività, seguendo l'istinto, svegliando l'interesse e la concentrazione. Un bambino concentrato non è ancora un bambino disciplinato perché un bambino disciplinato è capace di orientare la propria volontà al raggiungimento di un fine. La volontà si rinforza e si sviluppa con esercizi metodici. L'insegnante aiuterà il bambino in questo processo con attività previste dal metodo chiamate "lezioni di silenzio" nelle quali egli sperimenterà l'immobilità perfetta, l'attenzione nel percepire il suono del proprio nome pronunciato da lontano, movimenti leggeri coordinati allo scopo di non urtare oggetti. Solamente quando il bambino sarà in grado di orientare la propria volontà ad un fine, saprà obbedire ed essere quindi disciplinato. L'adulto, dice la Montessori, quando richiede la disciplina e l'obbedienza al bambino trascura quasi sempre la volontà di questo, gli propone un modello da imitare: «fai come faccio io!»; oppure un comando diretto: «stai fermo!», «stai zitto!». Bisogna domandarsi: «come può il bambino scegliere di obbedire se ancora non ha sviluppato la volontà?». La risposta è contenuta in questo nodo teorico districato dalla Montessori: dalla libertà alla disciplina.
Un individuo disciplinato è capace di regolarsi da solo quando sarà necessario seguire delle regole di vita. Il periodo infantile è un periodo di enorme creatività, è una fase della vita in cui la mente del bambino assorbe le caratteristiche dell'ambiente circostante facendole proprie, crescendo per mezzo di esse, in modo naturale e spontaneo, senza dover compiere alcuno sforzo cognitivo. Con la Montessori molte regole dell'educazione consolidate nei primi anni del secolo cambiarono. I bambini "subnormali" venivano trattati con rispetto, venivano organizzate per loro delle attività didattiche. I bambini dovevano imparare a prendersi cura di sé stessi e venivano incoraggiati a prendere decisioni autonome.
La Montessori sviluppò tutto il suo pensiero pedagogico partendo da una costruttiva critica della psicologia scientifica, corrente di pensiero affermatasi nei primi anni del secolo. L'equivoco di base della psicologia scientifica era da ricercare nella sua illusione di fondo, secondo la quale erano sufficienti una'"osservazione pura e semplice" e una "misurazione scientifica" per creare una scuola nuova, rinnovata ed efficiente. Il pensiero pedagogico montessoriano riparte dalla "pedagogia scientifica". Infatti l'introduzione della scienza nel campo dell'educazione è il primo passo fondamentale per poter costruire un'osservazione obiettiva dell'oggetto. L'oggetto dell'osservazione non è il bambino in sé, ma la scoperta del bambino nella sua spontaneità ed autenticità. Infine, della scuola tradizionale infantile Maria Montessori critica il fatto che, in essa, tutto l'ambiente sia pensato a misura di adulto. In un ambiente così concepito, il bambino non si trova a suo agio e quindi nelle condizioni per poter agire spontaneamente.
Maria Montessori definisce il bambino come un "embrione spirituale" nel quale lo sviluppo delle funzioni mentali superiori si associa allo sviluppo biologico, per sottolineare che, alla nascita, niente è già preformato in lui, ma sono presenti delle "nebule" (oggi diremmo potenzialità che esprimono bisogni specie-specifici antropoevolutivi del bambino, che l’ambiente deve soddisfare), le quali hanno il potere di svilupparsi spontaneamente, ma solo a spese dell’ambiente, solo assimilando dall'ambiente esterno gli elementi necessari per la costruzione delle funzioni mentali superiori. Nello sviluppo dell'attività nervosa superiore sono presenti dei periodi sensitivi, definiti nebule, cioè periodi specifici in cui si sviluppano particolari capacità.Maria Montessori definisce “mente assorbente” questa tendenza del bambino nei primi anni di vita all'assorbimento inconsapevole dei dati del suo ambiente, sottolineando la specificità dei processi mentali infantili rispetto a quelli dell’adulto.Ecco perché l’embrione umano deve nascere prima di completarsi e si può sviluppare solo dopo la nascita, perché le sue potenzialità devono essere stimolate dall’ambiente.
Queste "nebule", alla luce della neuropedagogia antropoevolutiva , sono definibili come potenzialità e mappe bio-neurali o, più in generale, come "potenzialità plastiche del cervello" ed esprimono dei bisogni specie-specifici da soddisfare. Per un esito maggiormente efficace, ciò deve avvenire nei periodi che la Montessori definisce "sensitivi", ad esempio quello per lo sviluppo della motricità fine, che dai 3 ai 4 anni consente già di impugnare correttamente lo strumento della scrittura, grazie all'affinamento dell’opposizione indice-pollice, e anche di raccogliere briciole di pane.

- d'accordo o meno sulla sua teoria, io penso che la cosa più importante sia l'approccio che il bambino ha verso i vari metodi di apprendimento, più in sintonia con la sa età, il gioco, più il bambino ha il desiderio di sapere di più, lo stimolo di conoscere sempre di più ciò che è novità... l'imposizione non fa bene a nessuno, grandi o piccini che siano.. -

Per addolcire questo articolo lungo lungo vi rimando ai miei quiet book. Io e mia figlia ci siamo divertite un mondo in tutte le sue fasi, dalla progettazione alla fase del realizzo, al momento di testarlo e di giocare insieme....

Lo consiglio a tutti, ai piccoli per imparare con metodo alternativo, ai grandi per tornare piccoli e tutti... ripeto tutti... penseranno: peccato che quand'ero piccolo queste cose non esistevano...
- correggo: esistevano ma le scuole montessoriane e i relativi metodi di apprendimento sono a tutt'oggi ancora pochi in Italia (all'estero molto di più....)




questi ultimi due sono gli ultimi fatti personalizzando le richieste della mamma






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